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PFW Day 5

E' sabato e io sono ancora qui a scrivere della settimana della moda parigina, sostanzialmente perché la mia vita quando ci sono le fashion week si ferma (spoiler: sono stanchissima). 

Ma eccomi qui a parlare di 3 grandi marchi che hanno sfilato oggi. Iniziamo subito con una maison made in France, o meglio, LA MAISON MADE IN FRANCE. Perché tutti almeno una volta nella vita abbiamo sentito parlare di questa casa di moda. Sto parlando, niente poco di meno che di, rullo di tamburi: HERMES. 

Potreste dirmi: fermati qua, perché tanto non ci possiamo permetterci nulla. Effettivamente tutti i torti non avete, soprattutto se per acquistare una sua borsa bisogna mettersi in lista e mettere da parte i soldi nel proprio salvadanaio per anni senza toccarlo. Ma dato che siamo suuuupeeer fortunate, in questa lista ci entreremo doMAI. Ma siamo qui per commentare la sfilata e non le cifre astronomiche che dobbiamo avere sul conto per entrare in un loro negozio, partiamo. 

Sembra di trovarsi in un deserto, con questa ambientazione rosso ruggine, dove sfilano delle donne bellissime. Colori prettamente di terra, che richiamano la scenografia, sono abiti pratici, sia per l'ambito lavorativo che per la vita privata. 

Secondo stilista, non francese, ma libanese, ma che sfila da anni a Parigi, è Elie Saab. 

Io sono innamorata dei suoi abiti, soprattutto quando si tratta di vestiti da sposa (che non avrò mai, altrimenti mia suocera per comprarlo dovrà vendersi la casa- si in Campania di solito è la suocera a regalare l'abito da sposa alla nuora, quindi o sarà milionaria, per restare umili, oppure dovrò comprarlo da sola, ma credo che avrò altre priorità per quel momento, non avrò mai il vestito da sposa di questa marca). Detto ciò, bando alla ciance, si va in passerella; lo stilista ha portato la primavera in inverno. Tantissimi sono gli abiti dal fondo unico ma che vengono, letteralmente, invasi da fiori, indossati anche come collane. 

E' la casa di moda di fiducia della principessa che un giorno siederà sul trono del Regno Unito e del Commonwealth, Catherine, Principessa del Galles (per William Caths, per i media Kate Middleton). E chi la segue dal giorno del matrimonio sa di quale maison stiamo parlando: Alexander McQueen. 

La sta accompagnando dal lontano 29 Aprile 2011, quando la creative director Sarah Burton, le ha creato l'abito destinato a fare la storia. E da allora un numero sempre crescente di abiti della casa di moda, con base a Londra, sono entrati nell'armadio reale. 

A vedere ciò che sale in passerella, o che si trova online o in negozio, le persone potrebbero pensare "Impossibile che la principessa del Galles indossi questi abiti", eppure signor* car*, è proprio lei la migliore cliente della maison, quella che mai li tradirà. Potrà scegliere altri stilisti, ma gira e rigira si torna sempre dove si è stati bene, e Catherine e AMcQ stanno benissimo insieme. 

La prima parola che ho usato per descrivere la sfilata di McQueen è stata: WOW. Ora capisco perché la principessa del Galles ne è innamorata. 

La prima cosa che voglio dire è: grazie Sarah per aver fatto sfilare una collezione genderless, ti dimostri, come sempre, una degna erede del titolare della maison. Quindi possiamo tranquillamente affermare è che Sarah Burton è un genio, e chi dice il contrario, mi dispiace, ma non è degno di leggere questo blog. 

La collezione mi ha rapita, perfetta, sotto ogni punto di vista. Donne (e uomini) vestiti con capi sartoriali, dai compliti pantaloni, vestiti a giacca, fino ad arrivare agli abiti spettacolo, che hanno sempre caratterizzato lo stile della maison. Io davvero non ho parole, e penso si capisca, per descrivere ciò che la stilista ci ha mostrato. 

Grazie Sarah per essere la degna erede del tuo predecessore. E, chissà, se alla fine l'allieva supererà il maestro. O forse, lo ha già superato, proprio grazie al suo aiuto dall'alto. 

(Purtroppo i paparazzi non ci hanno benedetto con le foto, quindi dovete accontentarvi di quello che vi ho scritto, baci.)

Domani ci aspettano altre 2 maison importanti, tra cui una italiana, ma non vi dirò quale. Se volete scoprirlo, restate connessi. 

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